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Pranayama, il respiro della vita

Il respiro è la base della vita, è l’interrelazione fra l’interno e l’esterno, del duale che diventa uno.
Durante l’inspirazione prendiamo energia e durante l’esalazione la doniamo.
Un interscambio di energia, un divenire tramiti della Vita, che ci fa mantenere la consapevolezza del Presente.
Non è come l’attenzione al respiro che ci consente di percepire la Realtà con la “R” maiuscola!
Non a caso le più raffinate ed elevate filosofie danno tanto importanza al respiro.
Lo Yoga, per esempio, basa le sue pratiche sul controllo del respiro (Pranayama) come mezzo per raggiungere stati coscienza sottili, molto elevati.
“La nostra vita inizia con un’inspirazione e termina con un’esalazione”, dunque, questa funzione è determinante nella nostra vita e l’accompagna fino al termine.
C’è una graziosa metafora cinese che illustra l’importanza del controllo del respiro.
Si racconta che, alla nascita, l’essere umano viene dotato di un sacchetto con un numero determinato ti respiri che gli devono bastare per tutta la sua esistenza. Se l’uomo respira in fretta, ha come si suol dire il respiro corto, il sacchetto sarà presto vuoto esaurendo la sua vita, se invece li userà con parsimonia (respirando con calma, profondamente e lentamente) la sua vita sarà lunga.
Questo è un semplice e popolare modo di interpretare i benefici di una profonda e lenta respirazione, di un adeguato controllo del respiro.
Una profonda respirazione dona calma, tranquillità, lucidità e consapevolezza. Tutte qualità che consentono una vita decisamente migliore.
Ovviamente per arrivare a una respirazione corretta naturale si deve addestrare con una determinata istruzione e allenamento di almeno tre mesi. Tanto da trasformare il respiro corretto e addestrato, in respiro spontaneo.

Ci fu un istruttore di nuoto che mi disse, si impara a nuotare d’inverno e a sciare d’estate. Ovviamente intendeva dire che si impari a nuotare d’estate ma è dopo qualche mese (inverno) che le informazioni arrivano a consolidarsi e diventare poi automatiche e spontanee. Lo stesso avviene con lo sci.

Anche l’addestramento a un respiro corretto, per consolidarsi ha bisogno di un training di almeno 3 mesi.

Il controllo involontario, spontaneo, fa sì che noi respiriamo senza portarvi la mente, senza pensarci. Non richiede attenzione alcuna e questo è il modo naturale, o normale, di respirare.
All’inizio della nostra vita, respiriamo correttamente ma, in seguito, le emozioni, le tensioni, magari anche della famiglia, che noi assorbiamo, possono influenzare il respiro attraverso la corteccia cerebrale, per esempio: l’eccitazione può accelerare il respiro, il riposo invece lo rallenta.
Anche sotto sforzo abbiamo bisogno di una respirazione più attiva e, allora, la respirazione automatica comandata dal midollo allungato e dal cervelletto (la respirazione che non ha bisogno di essere collegata alla volontà), viene trasformata da una maggiore necessità di ossigeno, pertanto, se non siamo coscienti, lucidi, se siamo sotto stress, finiamo con l’invertire la funzione respiratoria.
Spiego meglio: quando siamo sotto stress la nostra coscienza, non è attenta a quello che accade nel momento stesso che viviamo, ma è legata alla causa dello stress, ed è in questa occasione che scolleghiamo la coscienza dalle nostre funzioni e, quella fase che dovrebbe essere momentanea, diventa al fine una scorretta abitudine.
Comunque, non scoraggiamoci, si può ripristinare le funzioni corrette con un buon allenamento.
Ovviamente, ci vuole un po’ di tempo affinché le funzioni originarie ritornino a diventare automatiche: il tempo di farle arrivare al cervelletto e al midollo allungato, dove sono immagazzinate le memorie automatiche e quelle ancestrali.
Solo allora potremo togliere la coscienza volontaria a questa importante funzione del nostro organismo e, in tal modo, si avrà una respirazione completa, automatica e spontanea.

E una respirazione completa yoghica è sinonimo di una buona salute psico-fisica.
Credo che questo lo sappiano ormai tutti, ma che benefici a livello psichico ha la respirazione corretta?

La respirazione yoghica ha quella facoltà intrinseca di svegliare la consapevolezza.
Dopo un adeguato addestramento alla respirazione yoghica, l’individuo scopre il suo corpo, scopre se stesso, e non soltanto in senso fisico, (tanto importante in questa era e che ha riempito tutto l’immaginario e le attività dell’essere umano attuale), ma, principalmente, fa scoprire il suo vasto mondo interiore.

Scopre se stesso, insomma.

L’essere umano scopre se stesso.
E questo fa acquisire la capacità di realizzare e comprendere pienamente il momento che si sta vivendo.

Non si attraversano gli avvenimenti della vita impreparati, con gli occhi bendati, o come si dice “con la testa nel sacco”, per scoprire, col senno del poi, di non aver vissuto.

Il respiro ti porta al Presente.

Come dico sempre ai miei studenti di Yoga, il Passato è passato ed è inutile continuare a riviverlo. È utile per l’esperienza acquisita, in modo da non dover replicare gli errori fatti e utilizzare al meglio ciò che abbiamo imparato dagli errori, l’esperienza, inutile soffermarsi di più, lì ci siamo già stati.

Il futuro non esiste… non ancora… è ancora da pianificare, e anche lì è inutile continuare a pensarci, il Presente invece è quello che dobbiamo vivere, è il risultato delle esperienze vissute nel nostro passato e, se lo viviamo con consapevolezza e saggezza, ci procureremo anche un buon Futuro.

Il Passato e il Futuro sono già nel Presente. Il passato non possiamo cambiarlo ormai, ma il Futuro sì.

In sintesi:  le nostre azioni del presente (risultato del nostro passato) saranno quelle che delineeranno il nostro Futuro.

Quindi si evince che il Pranayama ci consente di vivere consapevolmente il Presente, dandoci ulteriori strumenti, la calma, la lucidità, la salute di corpo-mente-spirito.

Questo fa sì che ogni esperienza venga vissuta con serenità e calma profonde.
Pertanto è intuibile che i vari momenti della vita, che normalmente metterebbero in agitazione, siano affrontati senza tensioni, senza paure.
Ecco perché la persona che deve affrontare un evento importante praticando il Pranayama è preparata ed eccellente in ogni campo.

Ecco perché le future madri che praticano il Pranayama, affrontano il parto con gioia e serenità che sorprendono anche coloro che assistono all’evento.

Ecco perché l’adolescente che pratica il Pranayama è consapevole e si approccia alla vita con competenza e capacità.

Il Pranayama, la respirazione corretta, è quella che rende migliore la Vita.

Hari Om Tat Sat

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